RELAX IN MOVIMENTO
Quando Peter Opsvik disegnò – nel lontano 1983 – questa rivoluzionaria seduta ‘recliner’, usò egli stesso queste parole : ‘non è una sedia, è un modo di vivere’.
La domanda di base era: ‘la gente tradizionalmente usa uno strumento per il riposo, e un altro per svolgere delle attività. Perchè non riunirli in un’unica seduta?’
Guardando il design futuristico di Gravity – sempre attuale, unico e affascinante – è difficile pensare come sia stata concepita più di trenta anni fa! Oggi, aggiornata con il restyling di Varier che ne ha modernizzato le linee, Gravity si conferma come icona assoluta della filosofia ‘active sitting’.
UNA SEDIA, QUATTRO POSIZIONI
Peter Opsvik ha scelto di realizzare una sedia davvero multifunzionale, che consente di sedersi in quattro modi diversi, cambiando posizione in continuo, ogni volta che si vuole.
Gravity ci permette infatti di lavorare, di leggere, di rilassarci, o addirittura di riposare, dormendo. Il concetto, anche se il design lo suggerirebbe, non è quello della ‘sedia a dondolo’ , la curvatura dei pattini è leggermente spezzata in tratti lineari, ciò fa si che le varie posizioni vengano raggiunte e mantenute in modo piuttosto ‘statico’ ..anche se è molto facile, muovendosi, passare da una all’altra.
COME E’ FATTA – COME FUNZIONA – MATERIALI
Gravity ha le seguenti dimensioni (cm): lunghezza 135, larghezza 73, altezza totale 123, altezza seduta 44 . Peso: Kg. 13,5
Struttura ed elementi, montaggio.
Gravity è costituita da una coppia di pattini in legno lamellare curvato piuttosto lunghi (i più lunghi tra quelli delle sedute sistema ‘Balans’) il cui profilo è in realtà una ‘linea spezzata’, che permette il mantenimento delle singole posizioni di seduta. Questi pattini , provvisti nella parte anteriore di una coppia di ampi cuscini poggiaginocchia, sono raccordati a due strutture superiori similari, che sorreggono i cuscini (sedile, schienale, poggiatesta e poggiabraccia). Il raccordo tra pattini inferiori e superiori, nella parte frontale della seduta, è una sorta di ‘cerniera’ che permette agli elementi un certo movimento reciproco, conferendo a Gravity il caratteristico grado di ‘oscillazione’ e flessibilità.
La sedia, confermando la propria destinazione ad ‘uso relax’ , è praticamente priva di regolazioni ‘operative’ per adattarla al tipo di utente (fatta eccezione per la regolazione in altezza del poggiatesta), cosa che invece e’ presente su Thatsit (il modello della famiglia ‘Balans’ più similare, ma con vocazione decisamente più operativa).
Come già detto, Gravity è stata oggetto, ormai da alcuni anni, di un deciso restyling da parte di Varier (Gravity II) ; il profilo dei pattini è stato rastremato e reso più leggero, il disegno dei cuscini è ora piu’ ‘morbido’ e piacevole (oltre che più anatomico).
Il kit di montaggio di Gravity si presenta diviso in 2 scatole (struttura + cuscini e ferramenta), è compreso l’usuale foglio di montaggio Varier, che illustra gli elementi forniti (si tratta del solito sistema a elementi in legno, perni in legno e viteria a brugola) e la sequenza di montaggio in fasi. Date le dimensioni degli elementi, è consigliabile (specie alla prima esperienza) che il montaggio venga eseguito da due persone, ma non è particolarmente difficile e richiede non più di 20-30 minuti.
Dinamica e posizioni
Lo spirito del sistema ‘Balans’ (sedersi in movimento) è perfettamente interpretato da Gravity. Questa sedia coniuga due concetti apparentemente in disaccordo: riposo e movimento.
Lo spostamento da una posizione all’altra si ottiene agevolmente dopo un minimo di pratica (è sufficiente passare un paio di volte dalla prima alla quarta posizione, e ritorno, per prendere confidenza con la seduta). Gravity si muove insieme al nostro corpo, ed è sufficiente spostare il nostro peso/baricentro per assecondare lo spostamento della sedia. Solo per raggiungere la terza e quarta posizione di relax , è necessario darsi una leggera spinta indietro con il piede (vincendo ,forse la prima volta, la sensazione di perdita di equilibrio o di ribaltamento.. cosa impossibile a verificarsi).
La formula vincente di Gravity è che tutte le quattro posizioni sono sane e forniscono un perfetto sostegno, mantenendo corpo e circolazione in ottima forma.
Nella prima posizione (anteriore/lavoro) poggiamo gli stinchi su due poggia-ginocchia molto ampi e bene imbottiti (anche se non regolabili). Questa posizione è ottima per lavorare guardando un monitor, dialogare con l’interlocutore, giocare, ecc. ed ha tutti i vantaggi delle sedute in appoggio, tra cui il corretto allineamento della colonna e degli arti inferiori in posizione fisiologica, una migliore respirazione e concentrazione. Come per ogni altra seduta Balans con poggia-ginocchia, benchè questi siano molto confortevoli grazie alla elevata qualità degli imbottiti, dopo alcune ore passate in posizione inginocchiata si può avvertire un fastidio nell’area di tibia e ginocchio, a causa del peso e della posizione retratta delle gambe. Questa sensazione stimola ad alzarsi, per un salutare ‘stretching, o a passare alle posizioni di seduta successive (active-sitting).
La seconda posizione (neutra) è forse quella più vicina ad una poltrona tradizionale: il piano di seduta è orizzontale, con il vantaggio di poterci muovere, di appoggiare i piedi a terra, o di utilizzare i poggia-ginocchia come supporto, nel caso in cui vogliamo appoggiare una gamba in avanti. Questa è dunque ancora una posizione ‘attiva’, mentre le successive sono dedicate al relax.
Premendo leggermente a terra con il piede, si passa alla terza posizione (semi-reclinata/lettura), in cui possiamo tenere una o entrambe le gambe appoggiate e rilassate in avanti, le braccia comodamente allungate sui poggiabraccia imbottiti, la testa sorretta dall’ampio poggiatesta regolabile. Il poggiatesta gioca un ruolo importante: essendo scorrevole e posizionabile all’altezza voluta, permette di ottenere il migliore supporto nell’area cervicale (collo e spalle) in fase di relax, qualsiasi sia il peso e la statura della persona. Questa posizione permette di disporci completamente a nostro agio (anche un pò obliquamente rispetto all’asse della seduta, come si può vedere nell’immagine di testa dell’articolo), ed è ideale per le attività rilassate che richiedano comunque un grado di attenzione: leggere un libro, usare un pc portatile, telefonare, guardare la tv, ecc.
Con una spinta leggermente più decisa (che ben presto si impara a ‘dosare’, ma nessun pericolo se dovesse essere un pò più forte del necessario), si raggiunge la quarta e ultima posizione (completamente inclinata/relax), dove comprendiamo finalmente il vero significato del nome Gravity . E’ una sensazione vicina alla ‘gravità zero’ , con un senso di leggerezza simile ha quello che si ha su un’amaca, ma con l’enorme vantaggio di essere sostenuti in modo sano in ogni punto del corpo (piedi, gambe, bacino, tronco e testa), come su ogni seduta ergonomica corretta. In particolare la porzione tronco-femorale è in assetto di forte scarico e relax (rispetto alla usuale posizione eretta o seduta), le gambe e i piedi sono leggermente sollevati rispetto all’altezza del petto (il che favorisce molto il ritorno e la circolazione sanguigna), la testa e il collo sono appoggiati e rilassati, proprio dove serve.
Tutto il peso del nostro corpo è sorretto dal fulcro anteriore della seduta, e la naturale elasticità del legno fa il resto: ogni piccolo movimento fa si che la seduta oscilli dolcemente con noi, cullandoci come fossimo sospesi. Inutile dire che in una situazione di tale leggerezza e comfort (Gravity ha dimensioni tali da accoglierci in totale libertà), la reazione più naturale è quella di abbandonarsi al meritato riposo. E’ancora possibile lavorare (in questa posizione sarà più agevole avere un supporto che permetta di tenere i dispositivi alla giusta altezza) , o guardare la tv, ma sarà molto più facile meditare, o concedersi un pisolino.
Di seguito un video dimostrativo di Jacques Walg, fisioterapista e stimato conoscitore e ambasciatore delle sedute Varier: