Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto come, negli ormai lontani anni ‘70, sia stato concepito il sistema di seduta attiva Balans® e come questo abbia rivoluzionato l’ergonomia della seduta, trasformandola da passiva in attiva.
In questa seconda parte assisteremo all’evoluzione dei modelli di sedute Balans® e alla loro particolare versatilita’ nell’adattarsi alle esigenze di vari tipi di utente e di contesto (operativo o domestico).
Possiamo a ragione affermare che ognuna di queste sedie e’ nata nello spirito dello ‘human design’, riflettendo cioè su uno specifico momento/funzione della giornata dell’uomo e rivolgendosi ad una o più situazioni della vita quotidiana: lo studio e il gioco, il lavoro (a casa o in ufficio), le patologie (convalescenza in seguito a interventi), la convivialita’ (al momento dei pasti, pranzo e cena), il completo relax (durante ogni momento libero).
Peter Opsvik,il geniale designer che ha tradotto il concetto Balans® in prodotti finiti, ha seguito un sistematico processo di ripensamento della forma e della funzione della seduta (questo percorso e’ illustrato diffusamente nel libro di cui e’ autore: ‘Rethinking Sitting’ – Peter Opsvik – ed. Gaidaros, 2008) a partire dal modello originario Variable Balans® (1979), una sorta di ‘manifesto’ del sistema (vedere la prima parte dell’articolo per i dettagli relativi).
Dello stesso anno di Variable e’ la G-chair Balans® (1979): un curioso modello, con struttura lignea fissa piu’ tradizionale (non quindi i caratteristici pattini arcuati ‘dinamici’ Balans), ove un cuscino reclinabile basculante fungeva alternativamente da sedile nella posizione operativa inginocchiata (in questo caso il cuscino inferiore faceva da appoggio per le ginocchia) o da schienale nella posizione distesa di relax (con il cuscino inferiore ad uso sedile e un altro cuscino integrabile come poggiatesta).
Due anni piu’ tardi, Opsvik disegna quello che consideriamo uno dei piu’ riusciti connubi funzionali nella storia del design della seduta: la Gravity Balans® (1983).
Una seduta operativa per lavorare (1a posizione), una comoda poltrona da conversazione e da lettura (2a e 3a posizione) ed infine un’ esperienza unica di puro relax in assenza di gravità (4a posizione).
Opsvik parla così della sua idea e della domanda di base: ‘Normalmente le persone utilizzano un tipo di seduta per rilassarsi, altri tipi per svolgere determinate attivita’. Perche’ non possiamo variare, tra queste diverse posizioni del corpo, su una sola sedia? ..’
‘Gravity non è una sedia, e’ uno stile di vita’.
Con Gravity il tradizionale dinamismo del sistema Balans® viene declinato in modo leggermente diverso, per raggiungere l’obiettivo della multifunzionalita’, che e’ lo spirito animatore del progetto. La curvatura dei pattini, da continua, viene leggermente ‘spezzata’ in tratti lineari, permettendo alla seduta di raggiungere le diverse posizioni prefissate (cio’ si ottiene dando un leggero impulso con il peso del corpo).
In posizione di lavoro, inclinata in avanti, la sedia appoggia completamente al suolo (il modello ha dimensioni più importanti di quelli precedenti, e cio’ contribuisce molto ad alleggerire la sensazione di peso / ingombro che altrimenti si avrebbe), mentre nell’ ultima posizione Gravity diventa il piu’ comodo dei recliner: l’intera struttura del corpo e’ sgravata da tensioni, la circolazione di ritorno dagli arti inferiori e’ favorita (piedi leggermente piu’ alti della testa) e si è cullati in una dolce sensazione di ‘assenza peso’, come su un’amaca (ideale per leggere, guardare la tv o riposare).
Nello stesso anno di Gravity, Opsvik presenta altre due sedute, Wing e Pendulum .
Wing (1983) e’ la prima seduta Balans® pensata e disegnata espressamente per il lavoro in ufficio. Una struttura in legno curva su cui sono disposti i due supporti (sedile e appoggio per ginocchia) e’ un semplice ed ovvio espediente per ottenere variazione e movimento, anche sul posto di lavoro.
Il carattere distintivo di questo modello e’ la regolabilita’, dovendo incontrare le esigenze di persone con caratteristiche diverse (altezza e peso) e superando un relativo limite di altri modelli Balans®, quello di non avere una effettiva regolazione di altezza del piano di seduta.
Wing puà essere dunque adattata per persone (e piani di lavoro) di diverse altezze: il sedile inclinato è montato su un pistone centrale elevabile a gas (come nelle sedute da ufficio tradizionali) inserito su una base a 5 razze su ruote, il che permette la mobilita’ della sedia a 360°.
Il sedile e’ inoltre dotato, nel punto di attacco, di un supporto elastico che permette il movimento basculante da seduti (tilting), mentre il supporto anteriore per le ginocchia scorre sulla struttura, innalzandosi mentre arretra: in tal modo anche le persone piu’ basse sono supportate correttamente (indietro e verso l’alto).
Lo scopo della regolazione è sempre quello di permettere di trovare il giusto punto di equilibrio, muovendosi con la sedia (tilting), e centrando l’obiettivo di base del sistema Balans®.
Pendulum (1983), pur non essendo un modello classificato propriamente Balans®, ha caratteristiche dinamiche assimilabili al resto del sistema.
Il ‘concept’ di questa sedia risale gia’ a qualche anno prima (1978): l’impostazione richiama quella di una seduta tradizionale (con un piano di seduta orizzontale e uno schienale quasi verticale), ma i pattini (quasi) curvi della base fanno assomigliare Pendulum alla tradizionale ‘sedia a dondolo’, seppur di dimensione molto compatta. Opsvik afferma che l’idea di Pendulum e’ stata quella di ‘permettere alla seduta di assecondare il desiderio di movimento del corpo‘, togliendo ogni altra appendice inutile: così lo schienale è snello e poco ingombrante, non ci sono braccioli ma la fascia strutturale superiore permette un comodo appoggio per gli avambracci.
L’uso elettivo di Pendulum, data la compattezza, solidità e comfort del modello, è quello intorno al tavolo da pranzo e per la convivialita’.
‘Dopo cena’ – osserva Opsvik – ‘si rimane seduti a tavola finche’ non si va a dormire’: ciò e’ sempre meno frequente con il cambiamento delle abitudini nel corso delle nostre giornate, ma forse (aggiungiamo noi) in anni passati e in comunita’ come quella scadinave questa era un’abitudine più frequente e popolare.
Nel contesto della vita d’ufficio, Pendulum trova poi applicazione come seduta uso meeting (quindi per attese o riunioni).
Il successivo progetto vede la luce nell’ anno seguente: Duo Balans® (1984).
Opsvik pone al proprio pubblico una domanda, un pò (auto)ironica: ‘può una seduta da lavoro avere un aspetto simile?’
Il concetto – e le dimensioni del modello – ci riportano in un certo senso a Gravity, dove la posizione e inclinazione della seduta vengono determinate dai movimenti del corpo e l’utente può scegliere tra una varieta’ di posizioni, con semplici e leggeri spostamenti del suo peso/baricentro sulla seduta stessa . Ritroviamo dunque, come gia’ in Gravity, gli stessi pattini curvi ‘linearizzati’, in modo da permettere alla sedia di essere stabile nelle singole posizioni desiderate.
Duo e’, in tal modo, estremamente versatile, potendo essere usata per il lavoro a computer (posizione inclinata in avanti), per chiacchierare comodamente (posizione intermedia) e infine per rilassarsi (posizione completamente inclinata indietro) appoggiando il capo al poggiatesta.
I poggiaginocchia basculanti hanno una funzione molto importante per la seduta: poiche’ quando ci si appoggia sullo schienale la tendenza è quella di scivolare in avanti, perdendo contatto e supporto a livello lombare, il poggiaginocchia (con gamba flessa e la tibia appoggiata ad esso) contrasta questa spinta e permette di sostenersi meglio; inoltre essi servono in alcune posizioni di seduta come appoggio per i piedi, per il polpaccio (con la gamba tesa in avanti), oltre che per le tibie (con una o entrambe le gambe flesse indietro). Ciò pone l’accento sull’ importanza data, da Opsvik, ai piedi e alla loro liberta’ di movimento, cosa che contribuisce a determinare il comfort complessivo della seduta. Tale agio nel muoversi si ritrova a livello di braccia e spalle, in quanto lo spazio tra lo schienale basculante e il poggiatesta è ampio e regolabile in modo da non creare fastidio.
Dopo alcuni anni giunge a maturazione quella che e’ la sintesi forse piu’ equilibrata e riuscita nell’ambito del sistema: la Thatsit Balans® (1991).
L’idea di Thatsit riprende, perfezionandola, l’intuizione che era stata alla base, quindici anni prima, della nascita di Variable.
Ed in effetti, al primo impatto visivo, le due sedute sono piuttosto simili: i pattini curvi dinamici sono l’espediente piu’ ovvio per ottenere il movimento e la variazione di postura, anche sul luogo di lavoro.
Ciò che cambia radicalmente, in Thatsit, sono le dimensioni della struttura (la sezione dei pattini, l’ampiezza di seduta, il peso complessivo: in una parola è una seduta piu’ grande), la comparsa dello schienale e la regolabilita’ di tutti gli elementi.
Lo schienale può essere inclinato in diverse posizioni prefissate assecondando la postura che si raggiunge nelle diverse posizioni di utilizzo, mentre i poggiaginocchia sono basculanti e regolabili su diverse posizioni in altezza, il che permette una regolazione ottimale in base alla lunghezza individuale degli arti inferiori; inoltre i poggiaginocchia, nella posizione con gamba flessa e tibia appoggiata, danno il giusto supporto impedendo al corpo di ‘scivolare’ in avanti (cosa che per lo più si verifica, per rilassamento, dopo un pò di tempo che si è seduti) perdendo contatto e supporto in zona lombare.
Tutto ciò fa si che – ove Variable era una seduta essenziale e compatta, rivolta all’uso di bambini e ragazzi per lo studio – Thatsit ne diventi un’applicazione più versatile dedicata al mondo adulto e lavorativo (dove la variabilta’ morfologica e’ naturalmente più accentuata).
Thatsit è infatti adatta, con le opportune regolazioni, a persone di statura da 155 cm. in su e peso relativo.
Opsvik afferma che ‘ l’idea chiave della regolazione è quella di permettere di raggiungere il punto di equilibrio ottimale, in modo che, dondolandosi sulla seduta, la persona sia incoraggiata a variare posizione e postura’
Ancora qualche anno più tardi, Opsvik perfeziona il disegno di Actulum (1995).
Come gia’ Pendulum, anche questa non è una seduta che rientra propriamente nella gamma Balans®, anche se ne riprende pienamente le caratteristiche dinamiche.
Actulum e’ assimilabile a Pendulum nell’impostazione di base (compattezza, pattini leggermente curvi, schienale più largo ma sempre poco ingombrante) la differenza più evidente è che la struttura verticale, anzichè essere dritta, piega all’indietro descrivendo la curvatura dei braccioli, che risulta molto confertevole e poco ingombrante nell’uso.
Opsvik denomina questo progetto (ripreso da una prima impostazione risalente al 1986) come ‘residential seating’, comunicando la sua intenzione di realizzare un oggetto che fosse soprattutto confortevole, per l’uso al tavolo di casa, e dinamico, sia per i momenti di relax, che per i pasti, lo studio o la lettura.
Nel 1995 si chiude quindi la sequenza di prodotto denominata Balans®.
Opsvik negli anni intercorsi e in quelli successivi ha comunque progettato (e realizzato) numerosi modelli di sedute dinamiche attive, per diversi importanti produttori e marchi.
Oggi i diritti per la produzione della quasi totalita’ dei modelli di sedute Balans® sono detenuti da Variér®, un’azienda scandinava relativamente giovane, fondata nell’estate del 2006 e fortemente impegnata nel sostegno e sviluppo della filosofia ‘active sitting’.
Oltre ai modelli ‘storici’ (che continuano a costituire il cuore della gamma di prodotto) Variér produce diverse nuove sedute ispirate dagli stessi concetti: movimento, design organico, perfetta ergonomia, uso di materiali naturali, rispetto verso l’ambiente.
Ecco un estratto dal sito www.varier.it che spiega come questa importante eredita’ sia stata raccolta e coltivata:
‘Quelli che oggigiorno sono conosciuti come prodotti Variér, sedute ergonomiche per casa e home office, e poltrone relax, hanno vissuto un’esistenza anonima all’interno del gruppo Stokke, fino a quando alcune persone, fermamente convinte del valore di questi prodotti, hanno acquisito sia i diritti dei prodotti che tutta la catena produttiva.
Da allora lo sviluppo dell’azienda è stato un continuo crescendo, un viaggio in cui la storia e la filosofia che stanno alla base dei prodotti si sono rese sempre più manifeste.
La storia del successo di Variér si basa su “The Human Idea”, ovvero sulla fusione delle conoscenze relative a ciò che fa bene al nostro corpo, l’estetica delle belle forme ed il buon design.” (tratto dal sito www.varier.it )
Qui potete vedere il catalogo aggiornato della piu’ recente produzione Variér:
http://www.varier.it/wp-content/uploads/2012/05/catalogo-generale-Varier…
Le immagini presenti in questo articolo e relative alla storia di design dei prodotti sono tratte dal sito: http://www.opsvik.no/
Le rimanenti immagini sono riportate per gentile concessione di Varier Furniture srl