Anche se assistiamo ad un’affermazione sempre più estesa del modello di layout ufficio come open space avanzato , la necessità di ricorrere alle pareti divisorie mobili – come elemento modulari e flessibili – per delimitare e dividere gli spazi, è sempre attuale e sentita. La possibilità di smontare gli elementi e spostarli, riconfigurando gli spazi in modo diverso, è tuttora decisiva per il successo funzionale di questo tipo di strutture (spesso preferite per questo motivo alle suddivisioni in muratura/cartongesso).
I progettisti hanno oggi a disposizione diverse opzioni, per assolvere sia alle esigenze estetiche e di design , realizzando partizioni solide ma al contempo trasparenti e leggere (la parete c’è, ma quasi scompare, evitando l’effetto ‘barriera’ e mantenendo la sensazione ‘open space’), sia a quelle propriamente tecniche (soprattutto in termini di perfomance acustica di isolamento).
Dal punto di vista tipologico, le pareti divisorie comuni si differenziano principalmente per il materiale delle lastre di tamponamento (legno-meleminico oppure vetro).
La struttura può essere a ‘reticolo’ (il sistema più tradizionale di montanti portanti e traversi alle varie altezze, usato per entrambi i tipi di parete , con tamponamento ligneo o vetro), oppure un telaio perimetrale più leggero in profili estrusi (una vera e propria ‘cornice’) che sorregge lastre in vetro affiancate in sequenza, senza l’ingombro dei montanti ( la trasparenza arriva a livelli non pensabili con gli altri tipi di pareti).
Le pareti in vetro possono poi essere a vetro singolo (temperato o stratificato a doppi lastra), oppure a vetro doppio (due lastre ad una certa distanza con camera interposta e profili perimetrali più spessi); la migliore performance acustica (e relativa certificazione) si ottiene usando lastre stratificate, a maggiore spessore (è inoltre importante la tenuta dell’intero sistema in prossimità delle giunzioni tra elementi e tra parete e struttura murale).
È molto richiesta l’opzione di creare effetti di opacità o semi-trasparenza, ciò si ottiene con l’uso di speciali pellicole traslucide di facile applicazione (adatte anche per riprodurre loghi o particolari effetti grafici), o con la serigrafia delle vetrate.
La parete attrezzata (o armadiata), è infine il sistema più funzionale ed economico per realizzare suddivisioni degli ambienti, sfruttando al contempo la possibilità di accogliere il materiale da archiviare ; oppure in sostituzione dei semplici armadi a parete, ove si voglia ottimizzare e ridurre l’uso dei fianchi strutturali , realizzando un fronte-parete finito, a tutta altezza. Con la progressiva riduzione dell’archiviazione cartacea, questa tipologia è relativamente meno richiesta e presente negli uffici operativi (viene piuttosto dedicato un locale separato, ad esclusivo uso dell’archiviazione residua).
Recentemente si sono affermate soluzioni tipologiche miste (pareti vetrate con armadi integrati ‘passanti), che permettono di mantenere una quota funzionale di archiviazione, non rinunciando alla leggerezza e alla trasparenza propria delle pareti vetrate.